Teatro

'Il Re di New York' è Biagio Izzo

'Il Re di New York' è Biagio Izzo

Al Teatro Nuovo di Milano fino al 1° giugno prossimo c'è uno spettacolo allegro e vivace che vale davvero la pena andare a vedere per passare una serata in buona compagia. Non è un musical ma ci sono le ballerine, non ci sono i cantanti ma la musica è del grande Paolo Bellì e la storia è all'incirca questa. I fratelli Biagio e Teresa Montemarano arrivano a New York da Napoli per prendere possesso di un'eredità lasciata da zio Johnny, che in America aveva creato un bar-ristorante nel noto quartiere di Little Italy. Qui i due giovani si installano, il primo sognando di restarvi e cambiare vita, la sorella pensando di vendere al miglior offerente e tornare a casa con un po' di denaro. I due litigano ma vengono interrotti da numerosi, imprevedibili eventi e, fra musica e balletti, il pubblico ride a scena aperta e alla fine offre un lunghissimo, meritato applauso alla compagnia, davvero eccellente anche grazie all'attenta regia di Claudio Insegno e alle coerenti musiche di Paolo Bellì. Le scene, coloratissime, sono di Francesco Scandale, le luci di Marco Macrini e le coreografie di Germana Bonaparte. Biagio Izzo non è solo il protagonista, assieme a Teresa Del Vecchio e a una spumeggiante Antonella Elia, ma è coautore del testo assieme a Bruno Tabacchini. Ecco cosa ci racconta sorridendo spesso e anche ridendo con allegria. Ti rendi conto di aver realizzato un Faydeau all'italiana, preciso come un orologio e buffamente travolgente? E' una mia prerogativa portare la febbricità a teatro, come se lo spettatore fosse un bambino di 14 anni da portare per mano, senza raccontargli dei flash back o altre complicazioni. Io e Bruno Tabacchini scriviamo assieme da più di 20 anni, abbiamo realizzato testi anche per il cabaret proposti sia in televisione che in teatro o altri luoghi. Lui è l'intellettuale della situazione, io sono il popolare e rendo le situazioni alla portata di tutti, mentre lui sarebbe portato a farle complicate. Vuoi dire che gliele distruggi? Sì, io gliele distruggo (ride sotto i baffi e si sente la risata di un bambino, poco lontano). Chi è questa voce di bimbo? E' mio figlio, ne ho due e me li porto appresso. Ho Raffaele di 8 mesi e Martina di 3 anni e mezzo. E c'è ovviamente la mia compagna, Federica, che è l'amministratore della compagnia. Bello, allora state sempre assieme. Quando è cominciato il tour di Il Re di New York? Abbiamo cominciato il giorno di San Valentino e abbiamo girato per tutta la Campania, la Puglia e ora siamo in Lombardia. Alla ripresa invernale faremo il Lazio. A proposito, girando per la Campania ne avete vista davvero tanta di spazzatura? Noi abbiamo vissuto tutto il periodo della spazzatura a Napoli. L'anno scorso facevo uno spettacolo in cui si parlava di spazzatura, noi artisti siamo sempre più avanti e l'avevamo previsto, questo disastro. Da una parte sono contento, prima o poi doveva venire fuori, doveva scoppiare tutto questo, bisogna infine resettare e ripartire da zero. Peggio di questo non poteva succedere e spero che oggi chi deve assumersi le sue responsabilità lo faccia e non solo dalla politica ma anche dal buonsenso delle persone. Per Napoli e per la Campani tutta. E' ora di dire 'adesso basta' e chi ha sbagliato vada a casa. Per chi ha dei bambini è una vergogna vedere certe cose. Io sono napoletano e difendo a spada tratta la mia città, ma a volte è indifendibile. Milano invece come ti pare? Mah, c'è cattivo tempo ovunque e con l'acqua sono tutti in depressione. Nessuno fa niente se piove ma qui c'è tutta un'altra vita. Comunque, Milano è efficiente ma noi siamo più solari, caciaroni. La mia compagna giorni fa era rimasta chiusa in ascensore e nessuno se l'era filata, da noi non sarebbe mai successo. State preparando qualcosa di nuovo? Ne parliamo da tanto e non abbiamo nessun titolo, ma stiamo lavorando su un nuovo spettacolo con proiezioni, musiche, qualcosa di simile a quanto ci piace fare. Ci riempie di orgoglio il fatto che altre compagnie, amatoriali, ci hanno chiesto di portare in scena i nostri spettacoli. E io preferisco scrivermi da solo le commedie, credo sia una bella linea da seguire: eseguire commedie inedite piuttosto che andare a confrontarmi con altri attori che già hanno già interpretato i soliti classici. Ognuno deve fare ciò che sa fare. Io ho fatto tanto teatro di Scarpetta e di altri noti autori napoletani ma mi ritengo un artista della nuova generazione capace di conservare la vecchia tradizione. Quindi preferisci un tipo di teatro leggero? Voglio fare teatro leggero ma che mi rappresenti. La genta non viene tradita, mi vede uguale in televisione, al cinema o a teatro. Anche per questo uso il mio vero nome. Io porto il mio carattere a Biagio, mostro come mi sento e tutti mi possono riconoscere. Forse è più facile? Può essere semplice ma niente è semplice, in teatro non si può barare, il gioco è trasmettere le emozioni. Se non riesci a trasportarle, tutto è facile e tutto è difficile. Secondo me è più facile prendere L'Avaro di Moliere e stravolgerlo per far ridere piuttosto che scrivere, realizzare, allestire e recitare un'opera propria, sperando che il pubblico l'apprezzi. Noi lavoriamo per questo, tutto questo fa parte del gioco, sono sacrifici, andare in giro anche coi figli ma lo facciamo per amore di questo mestiere. Credi che i vostri figli seguiranno le tue orme? Guarda, già adesso mia figlia sta dietro le quinte e tante volte esce alla fine dello spettacolo, si fa applaudire, conosce a memorie tutte le battute. Guardo sempre se lei è lì e, se mi fa segno, la faccio entrare. Magari è così solo adesso che è piccola e forse poi cambierà, non so... Lo scorpiremo vivendo.